Un paese civile?

Giusto per riepilogare:

La settimana scorsa il rettore dell’Università degli Studi di Milano, Vago, autorizza l’accesso dei carabinieri in tenuta anti-sommossa contro un gruppo di studenti che simbolicamente avevano occupato un’auletta per protesta contro lo sgombero della ex-libreria CUEM. A prescindere dai torti e dalle ragioni, che non discuto qui, trovo aberrante che i celerini carichino in università e non per difendere un luogo, ma per sgombrarne uno, per altro in rapporto di 1:1 con gli studenti. Le scene riprese dai video fanno venire i brividi.

Due blogger (uno a Varese, l’altro a Roma) vengono condannati per cose scritte da terzi sul loro blog. Il secondo malcapitato anche per istigazione a delinquere. Dunque, nel mio caso, un utente anonimo fa su una delle tante pagine facebook che gestisco, bestemmia tutto il calendario, offende l’onorabilità non solo del Capo dello Stato, ma anche di sua madre, e io vengo condannato perché non ho rimosso il commento. Notare: a fronte di centinaia di commenti al giorno (nel mio caso migliaia), secondo la magistratura io devo andare a leggermeli tutti e vedere se sono offensivi di qualcuno? Ma siamo completamente MATTI?

In tutto ciò un imputato/condannato per svariati reati è promosso a padre costituente dal maggior partito del centrosinistra, si difende dal processo utilizzando le sue televisioni, si paragona ad Enzo Tortora e poi insulta anche le sue figlie che gli avevano fatto notare che non era il caso. In questo caso, non si muove una foglia.

Ciliegina sulla torta: l’evasione fiscale, la corruzione e le mafie sottraggono alla collettività tra i 400 e i 600 miliardi di euro ogni anno. Ma tra le priorità del governo non ci sono la lotta all’illegalità e l’antimafia.

E questo sarebbe un paese civile?