Dunque, tra le tante cose che siamo riusciti ad ottenere, c’è anche il francobollo commemorativo per i 30 anni di Enrico Berlinguer. L’idea ce l’aveva data Antonio Lampariello, un filatelico iscritto a enricoberlinguer.it, che la bellezza di 5 mesi fa ci aveva proposto di muoverci per avere l’anno prossimo questo importante riconoscimento dallo stato italiano per il nostro Enrico.
Ebbene, per una volta tanto avevo deciso di non fare il barricadero e di andare per le vie “istituzionali”: come al solito, s’erano messi in mezzo parlamentari che avevano garantito tempi celeri e certi (del resto, il ministro competente, Zanonato, “noi lo vediamo in Parlamento tutti i giorni“).
Ecco, in 5 mesi e non so quante sedute parlamentari non hanno mai trovato il tempo. Al che, spazientito, ho fatto di testa mia: ho fatto una petizione, con possibilità di ritwittare in automatico il tutto al ministro competente e… MAGIA! In 24 ore Zanonato si è messo al lavoro sulla fattibilità della cosa.
Ora, invece di darsi alla gioia per un risultato non scontato fino all’altro ieri, spuntano sempre fuori i “perfezionisti del dolce far nulla“: quelli che per 30 anni non hanno fatto una mazza per Enrico, ma si sentono in dovere di venire a dire a te cosa devi fare non solo per onorare al meglio la memoria di Berlinguer, ma anche come fare la rivoluzione in Italia.
A costoro mi vien spontaneo un delicato invito ad andare a quel paese e anche a restarci, con la speranza che mettano in piedi i loro saggi consigli su come fare la rivoluzione. Sempre che siano capaci di passare dalla teoria ai fatti. (perché a parole son bravi tutti, ma poi i fatti li facciamo noi di enricoberlinguer.it, vale per le piazze e vale per tutto il resto).
I perfezionisti del dolce far nulla
Dunque, tra le tante cose che siamo riusciti ad ottenere, c’è anche il francobollo commemorativo per i 30 anni di Enrico Berlinguer. L’idea ce l’aveva data Antonio Lampariello, un filatelico iscritto a enricoberlinguer.it, che la bellezza di 5 mesi fa ci aveva proposto di muoverci per avere l’anno prossimo questo importante riconoscimento dallo stato italiano per il nostro Enrico.
Ebbene, per una volta tanto avevo deciso di non fare il barricadero e di andare per le vie “istituzionali”: come al solito, s’erano messi in mezzo parlamentari che avevano garantito tempi celeri e certi (del resto, il ministro competente, Zanonato, “noi lo vediamo in Parlamento tutti i giorni“).
Ecco, in 5 mesi e non so quante sedute parlamentari non hanno mai trovato il tempo. Al che, spazientito, ho fatto di testa mia: ho fatto una petizione, con possibilità di ritwittare in automatico il tutto al ministro competente e… MAGIA! In 24 ore Zanonato si è messo al lavoro sulla fattibilità della cosa.
Ora, invece di darsi alla gioia per un risultato non scontato fino all’altro ieri, spuntano sempre fuori i “perfezionisti del dolce far nulla“: quelli che per 30 anni non hanno fatto una mazza per Enrico, ma si sentono in dovere di venire a dire a te cosa devi fare non solo per onorare al meglio la memoria di Berlinguer, ma anche come fare la rivoluzione in Italia.
A costoro mi vien spontaneo un delicato invito ad andare a quel paese e anche a restarci, con la speranza che mettano in piedi i loro saggi consigli su come fare la rivoluzione. Sempre che siano capaci di passare dalla teoria ai fatti. (perché a parole son bravi tutti, ma poi i fatti li facciamo noi di enricoberlinguer.it, vale per le piazze e vale per tutto il resto).