#Berlinguer, diffidate dalle imitazioni

E’ bastato un banner pensato in pausa pranzo in 10 minuti, che ha impiegato altri 10 minuti per essere diffuso e capitalizzato, perché ricevessimo una mole spropositata di adesioni e, soprattutto, di mail per l’evento dell’11 giugno a Roma.

Ce ne sono alcune bellissime, poi ci sono i classici effetti indesiderati: quello che ti scrive se può venire a parlare della mafia alle poste (quello c’è sempre) oppure certe case editrici che improvvisamente scoprono un amore smisurato verso Enrico Berlinguer, peccato che negli ultimi 5 anni nessuno si sia visto quando c’era da fare le petizioni per le piazze, per il francobollo, per organizzare eventi e manifestazioni… ora son diventati tutti gentilissimi, ben disposti, soprattutto amici (ma chi vi conosce?) e discettano della qualità dei loro lavori editoriali, su cui non discuto, ma francamente, signori, pensate che faccia beneficenza?

Ho passato gli ultimi cinque anni a creare uno dei più grande network multimediali, che ruota attorno alla figura di un leader politico che quando ho fondato www.enricoberlinguer.it era dato per morto e sepolto. Per giugno supereremo abbondantemente quota 400mila. Ho dovuto subire umiliazioni, furti di lavoro, pugnalate alle spalle, prese in giro e ora quegli stessi che ci hanno sbattuto in più di un’occasione le porte in faccia vengono ad adularmi con il cappello in mano.

Serenamente, andate al diavolo. Passino le persone perbene, a cui sono fin troppo onorato di poter contribuire alla diffusione di opere mirabili, per nulla retoriche e per nulla fatte per monetizzare la figura di Enrico, i quali, tra l’altro, ci ringraziano pure per quello che abbiamo fatto e per quello che facciamo. Ma per tutti gli altri: non mettetemi nella condizioni di mandarvici di persona.

Anzitutto perché è anche ora di piantarla di considerare quello che facciamo come qualcosa di poco serio: il nostro lavoro è retribuito dalle multinazionali svariate centinaia di migliaia di euro a campagna. In secundis, ci siamo stancati di lavorare a gratis per la gloria e il profitto (altrui), visto che sono cinque anni che ogni cosa che facciamo ci rimettiamo sistematicamente.

Non ho mai fatto nulla nell’ottica di guadagnarci un euro, ma la ricreazione è finita: astenetevi, d’ora in avanti, dal propormi puttanate commerciali su Berlinguer, perché non solo non ve le sponsorizzo, ma vi prendo pure a male parole.