Mi riferiscono che alla riunione di redazione di un noto talk show politico, alla proposta di un membro della redazione di dare visibilità a MafiaMaps e alla sua campagna di crowdfunding in una puntata dedicata alle mafie, il conduttore abbia liquidato la faccenda con un: “Non sono nessuno, non li conosce nessuno“.
Sì, in effetti ho la colpa di non avere avuto un padre che ha rubato, non era nemmeno mafioso e tanto meno gli hanno sequestrato beni per milioni di euro, quindi non ho potuto prenderne le distanze o difenderlo in maniera tale da guadagnarmi una telecamera. Purtroppo ho anche avuto la sfiga che è morto a 50 anni senza essere ammazzato da nessuno (l’ha ucciso una polmonite durante un ciclo di chemio) e, siccome mio nonno non aveva i soldi per mandarlo all’università, era un semplice perito elettrotecnico, nemmeno un ingegnere, anche se ne sapeva più dei pivelli laureati che gli arrivavano freschi dall’Università, eppure da ultima ruota del carro in 30 anni di carriera era arrivato ad essere dirigente dell’azienda in cui lavorava.
Non ho potuto nemmeno beneficiare, all’epoca, delle offerte di lavoro da parte dell’azienda stessa, una multinazionale, che voleva assumere un “figlio in età da lavoro” al posto suo e quindi godermi gli allori e i frutti della sua fatica: avevo solo 14 anni. Diamine, papà, non solo sei morto del male sbagliato, ma hai pure sbagliato tempistica.
Sì, perché tuo figlio, costruendosi una sua vita, una sua individualità, un suo discreto cursus honorum, ha deciso di prendere “la strada meno battuta” e fare cose non per profitto ma per passione, non per se stesso ma per gli altri. Tuo figlio è così scemo che, oltre a dormire solo 3-4 ore a notte per lavorare (in questo ti assomiglia), ha avuto il brutto vizio di auto-finanziarsi ogni singola cosa che ha fatto in questi anni, senza chiedere soldi a nessuno, tanto meno allo Stato. Ha addirittura fondato un’associazione di cui non è presidente che doveva servire a pagare le spese di un sito che continua a pagare di tasca sua e il cui bilancio è in attivo perché la stragrande maggioranza dei soldi ce li ha messi lui, mica altri. Non ha mai preso una tessera di partito ma ha sempre fatto più politica di chi ne aveva una, ed è qui la seconda colpa: se a questo mondo si può esser solo farciti o farcitori (cit. Montale), la colpa di tuo figlio è di non avere mai avuto la “vocazione del panino”.
E quanto gli avrebbe fatto comodo averla, sai quanti portoni si sarebbero spalancati, sai come sarebbe stato più comodo garantire una X nell’urna elettorale in cambio di una delle svariate poltrone che invano hanno tentato ugualmente di offrire a tuo figlio per comprarsi il suo silenzio e la sua compiacenza. Probabilmente ora con due telefonate MafiaMaps era già sopra i 100mila euro, altro che 6500 euro appena dopo 1 mese di campagna: tra Coop, faccendieri, fondazioni e banchieri di serie B, qualche punto percentuale del flusso di denaro pubblico che sparisce ogni giorno in tasche private sarebbe finito anche a tuo figlio.
Per fortuna sono figlio tuo, della tua etica del lavoro e del tuo rigore morale, dei tuoi No e del tuo spirito ribelle: non mi hai insegnato solo ad andare in bicicletta, a usare un computer, a sapere come è fatto un impianto elettrico, ad amare la pittura, il disegno, i libri e il cinema, ma hai incoraggiato ogni giorno la mia creatività e il mio entusiasmo, mi hai mostrato come si poteva essere unici, diversi e soprattutto liberi. Mi hai mostrato le due strade e hai lasciato a me la scelta su quale percorrere.
A volte sembra che le persone che vivono la propria vita con discrezione come hai fatto tu non abbiano avuto nulla da dire, perché hanno vissuto nell’ombra; e invece, quando non ci sono più, ci si accorge che nel silenzio dei loro gesti quotidiani hanno costruito molto più di altri vissuti alla luce dei riflettori.
Ecco, io non sarò abbastanza mainstream per meritare che si parli di MafiaMaps in televisione, ma non sono nessuno, caro signor conduttore (le minuscole sono volute): sono figlio di Angelo Farina, perito elettrotecnico, persona perbene, morto all’età di 50 anni di leucemia. E questo francamente è già di per sé motivo di vanto quando ogni mattina mi guardo allo specchio. Perché io, a differenza sua, in uno specchio mi ci posso guardare.
Fiero figlio di mio padre
Mi riferiscono che alla riunione di redazione di un noto talk show politico, alla proposta di un membro della redazione di dare visibilità a MafiaMaps e alla sua campagna di crowdfunding in una puntata dedicata alle mafie, il conduttore abbia liquidato la faccenda con un: “Non sono nessuno, non li conosce nessuno“.
Sì, in effetti ho la colpa di non avere avuto un padre che ha rubato, non era nemmeno mafioso e tanto meno gli hanno sequestrato beni per milioni di euro, quindi non ho potuto prenderne le distanze o difenderlo in maniera tale da guadagnarmi una telecamera. Purtroppo ho anche avuto la sfiga che è morto a 50 anni senza essere ammazzato da nessuno (l’ha ucciso una polmonite durante un ciclo di chemio) e, siccome mio nonno non aveva i soldi per mandarlo all’università, era un semplice perito elettrotecnico, nemmeno un ingegnere, anche se ne sapeva più dei pivelli laureati che gli arrivavano freschi dall’Università, eppure da ultima ruota del carro in 30 anni di carriera era arrivato ad essere dirigente dell’azienda in cui lavorava.
Non ho potuto nemmeno beneficiare, all’epoca, delle offerte di lavoro da parte dell’azienda stessa, una multinazionale, che voleva assumere un “figlio in età da lavoro” al posto suo e quindi godermi gli allori e i frutti della sua fatica: avevo solo 14 anni. Diamine, papà, non solo sei morto del male sbagliato, ma hai pure sbagliato tempistica.
Sì, perché tuo figlio, costruendosi una sua vita, una sua individualità, un suo discreto cursus honorum, ha deciso di prendere “la strada meno battuta” e fare cose non per profitto ma per passione, non per se stesso ma per gli altri. Tuo figlio è così scemo che, oltre a dormire solo 3-4 ore a notte per lavorare (in questo ti assomiglia), ha avuto il brutto vizio di auto-finanziarsi ogni singola cosa che ha fatto in questi anni, senza chiedere soldi a nessuno, tanto meno allo Stato. Ha addirittura fondato un’associazione di cui non è presidente che doveva servire a pagare le spese di un sito che continua a pagare di tasca sua e il cui bilancio è in attivo perché la stragrande maggioranza dei soldi ce li ha messi lui, mica altri. Non ha mai preso una tessera di partito ma ha sempre fatto più politica di chi ne aveva una, ed è qui la seconda colpa: se a questo mondo si può esser solo farciti o farcitori (cit. Montale), la colpa di tuo figlio è di non avere mai avuto la “vocazione del panino”.
E quanto gli avrebbe fatto comodo averla, sai quanti portoni si sarebbero spalancati, sai come sarebbe stato più comodo garantire una X nell’urna elettorale in cambio di una delle svariate poltrone che invano hanno tentato ugualmente di offrire a tuo figlio per comprarsi il suo silenzio e la sua compiacenza. Probabilmente ora con due telefonate MafiaMaps era già sopra i 100mila euro, altro che 6500 euro appena dopo 1 mese di campagna: tra Coop, faccendieri, fondazioni e banchieri di serie B, qualche punto percentuale del flusso di denaro pubblico che sparisce ogni giorno in tasche private sarebbe finito anche a tuo figlio.
Per fortuna sono figlio tuo, della tua etica del lavoro e del tuo rigore morale, dei tuoi No e del tuo spirito ribelle: non mi hai insegnato solo ad andare in bicicletta, a usare un computer, a sapere come è fatto un impianto elettrico, ad amare la pittura, il disegno, i libri e il cinema, ma hai incoraggiato ogni giorno la mia creatività e il mio entusiasmo, mi hai mostrato come si poteva essere unici, diversi e soprattutto liberi. Mi hai mostrato le due strade e hai lasciato a me la scelta su quale percorrere.
A volte sembra che le persone che vivono la propria vita con discrezione come hai fatto tu non abbiano avuto nulla da dire, perché hanno vissuto nell’ombra; e invece, quando non ci sono più, ci si accorge che nel silenzio dei loro gesti quotidiani hanno costruito molto più di altri vissuti alla luce dei riflettori.
Ecco, io non sarò abbastanza mainstream per meritare che si parli di MafiaMaps in televisione, ma non sono nessuno, caro signor conduttore (le minuscole sono volute): sono figlio di Angelo Farina, perito elettrotecnico, persona perbene, morto all’età di 50 anni di leucemia. E questo francamente è già di per sé motivo di vanto quando ogni mattina mi guardo allo specchio. Perché io, a differenza sua, in uno specchio mi ci posso guardare.